mercoledì 3 ottobre 2007

ANNALISA ROSSI - POSSIBILITA' DELL'IO. IL COGITO DI DESCARTES E UN DIBATTITO CONTEMPORANEO: HEIDEGGER E HENRY


















PREFAZIONE DI MARIO RUGGENINI

Che cosa intendiamo quando diciamo: cogito ergo sum? - Penso, esisto in quanto pensante. E questa è l’unica cosa di cui per Cartesio, uno dei più grandi pensatori della nostra tradizione occidentale, non è mai possibile dubitare. Si tratta, in effetti, di una tesi fondamentale che appartenendo alla storia del Seicento ha vantato in tempi più recenti forse il primato dell’uso/abuso di una formula filosofica perfino a mo’ di slogan, pur vantando nel contempo una chiarezza intuitiva solo apparente. E per questo che il cogito di Cartesio appartiene anche al pensiero contemporaneo: per l’interesse e la problematicità suscitati dall’idea che la prova della nostra esistenza consiste nella nostra capacità di pensiero. Si intuisce come qui siano implicate molte questioni, filosofiche e culturali, legate in primo luogo alla natura dei rapporti fra il pensiero e l’azione, la mente e il corpo. Ma che ci portano presto a interrogarci sull’opportunità di un cambio di prospettiva rispetto a una teoria della certezza incontrovertibile della presenza di sé a se stessi.
Infatti, l’essere capaci di pensiero è una possibilità dell’io che consente altre vie interpretative e che mette qui in gioco due voci filosofiche contemporanee
- Heidegger e Henry - per poi invitare a pensare una teoria dell’autocoscienza che non consacri l’io come principio di tutte le cose, nè perciò del mondo, della verità, del senso

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